(www.lapiazzadiscanno.it)
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Fotografata la vipera nera a Scanno |
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Quando ci è stato detto non ci credavamo. Poi ci hanno fatto
vedere le foto che pubblichiamo su questa pagine e ci siamo dovuti
ricredere. Anche sul territorio di Scanno esistono le vipere nere.
Ma perchè sono nere? Lo spiega un esperto. Tutte le foto che vedete
in questa pagine sono le foto della vipera nera fotografata a Passo
Godi. Ringraziamo chi ci ha messo a disposizione queste foto che
sono state scattate grazie al fatto che un nostro concittadino ne
aveva rilevato la presenza ed informato chi di competenza. |
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La vipera nera: di Gianluca Congi |
Ho già ampiamente approfondito, sulla specie di
vipera che vive sul nostro territorio, specificando che trattasi
della Vipera aspis appartenente alla sottospecie hugyi. Sicuramente,
non capita facilmente di rinvenire una Vipera aspis hugyi, tutta o
in parte nera, però vi assicuro che non sono nemmeno estremamente
rare come si crede, poi c’è da dire, che in alcune
zone
ben definite, la possibilità di incontrarle aumenta per il fatto che
evidentemente lì sono più presenti; generalmente l’ho trovate sempre
in luoghi molto ameni, specie in alta quota. Probabilmente, ho
generato già troppa curiosità su quest’argomento per cui svelerò
subito il mistero, qualora fosse tale. Innanzitutto non stiamo
trattando di un’altra specie di vipera o peggio, come qualcuno
potrebbe anche credere, di una specie aliena, non dimentichiamoci
delle tante burle sui serpenti, che da sempre, alimentano miti e
leggende popolari. Le vipere nere non sono altro che
esemplari melanici (completamente neri) omelanotici(dove il nero
prevale ma vi è presenza di altro colore). Di fatto, che succede?
Nelle vipere aspis melaniche, la modificazione cromatica, secondo
alcuni studi, avverrebbe nei primi cinque anni di vita; i piccoli
nascono con la colorazione normale della specie (quindi
assolutamente non nera), con la crescita, anno in anno, a iniziare
dalla coda, queste vipere cominciano, gradualmente, ad assumere la
colorazione nera. Raggiunta la maturità sessuale, tra il quinto e il
sesto anno di vita, il melanismo avrà compiuto la sua opera e dalla
colorazione normale, la vipera, si sarà trasformata in un bel
serpente tutto o quasi nero. In questi casi, il melanismo, una volta
fissato a maturazione sessuale raggiunta, non sarà più regredibile e
perciò resterà tale per tutta la vita del serpente. Per quanto
concerne il fenomeno del melanismo nella Vipera aspis, pare che
questo, derivi da un carattere ereditario, che si manifesta, in
seguito a dei fattori specifici. Un serpente tutto nero, certamente
sarà più visibile all’occhio dei predatori ma non perciò
quest’aspetto, nella Vipera aspismelanica, rappresenterà un
ostacolo. Il fatto di essere completamente scura la agevolerà, ad
esempio, nel raggiungere la necessaria e ideale temperatura
corporea; il colore nero, sappiamo benissimo che riscalda molto più
in fretta che rispetto a un altro, l’abbondanza di melanina
proteggerà il rettile dalle radiazioni solari ma al contempo il
corpo si riscalderà più velocemente, così facendo, le vipere
melaniche, avranno meno necessità di stare esposte ai raggi solari e
di conseguenza anche ai pericoli. Quest’affascinante storia,
frutto
di mutazioni genetiche, pone l’attenzione sul più grande rispetto
che deve essere riservato a ogni creatura, anche a quelle che
indebitamente e ingiustamente sono considerate brutte o malvagie. La
vipera è l’unico rettile velenoso presente in Italia, non morde mai
per offesa o perché non ha nulla cui pensare, tende sempre a fuggire
alla minima vibrazione. Giova ricordare, che bisogna prestare la
giusta attenzione dove mettiamo le mani o dove camminiamo, spesso
basta vestirsi in modo appropriato, soprattutto quando si va in
posti dove gli ospiti siamo noi! Personalmente, sulla Sila, in
Calabria, nel tempo ho trovato sia varietà completamente nere sia
quelle nerastre, appartenenti alla specie Vipera aspis hugyi. La
vipera melanica, come dicevo prima, ho potuto incontrarla in luoghi
molto isolati e/o selvaggi, l’ultima, il 3 settembre di quest’anno,
alle ore 11:20 c.ca, intorno ai 1600 mt. di quota, nel cuore del
Parco Nazionale della Sila; il bellissimo rettile, se ne stava alla
base di un tronco di pino caduto (dove era situata la sua tana),
immobile a ricevere gli ultimi raggi solari di quest’estate, in un
habitat rappresentato da una vetusta fustaia di Pino laricio
calabrese, rada, con presenza di giovani faggi e molta necromassa
legnosa al suolo (specie grossi tronchi marcescenti adagiati sul
nudo terreno), con presenza di piccole radure coperte a prati e, in
vicinanze ad aree rocciose e spoglie di vegetazione arborea. Vi
propongo alcune foto che ho scattato a questa magnifica Vipera aspis melanica
nel cuore della fantastica Sila, cercando soprattutto di non
arrecare alcun disturbo a essa e al suo habitat. |
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Prevenire il morso della vipera |
Indossare
calzature alte oppure calzettoni di lana pesante: le vipere più
piccole difficilmente riusciranno a mordere efficacemente e comunque
il morso non conterrà una dose eccessiva di veleno. Camminare con
passo cadenzato e pesante battendo le erbe e le pietre con un
bastone: le vipere hanno un udito poco sviluppato, ma sono invece
più sensibili al movimento. Non raccogliere istintivamente ogni cosa
da terra: prima di cogliere qualsiasi cosa, smuovere le erbe e le
pietre con un bastone per allontanare ogni possibile minaccia.
Ispezionare attentamente il luogo in cui ci si desidera sedere. Non
appoggiarsi su tronchi ricoperti di foglie, su pagliai e su fascine
di legna. Non mettere le mani sotto rocce, sassi o dentro le fessure
del terreno. Prestare attenzione quando ci si disseta ad una fonte e
quando si cammina su una pietraia. |
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