(www.lapiazzadiscanno.it)

 

N’èta vôta.

(Un’altra volta)

Perché questo titolo?

Più di una volta ho scritto sul giornale on line La Piazza di Scanno, per chiedere all’Amministrazione del Comune di Scanno, di intitolare una via, ai Minatori di Scanno a Monteneve. Non farlo e continuare a rimandare, mi pare che sia una presa in giro, come si dice, sarebbe una grave mancanza nei loro confronti. Ricordo che non è stata mai approvata una delibera definitiva al riguardo. Credo che nei Consigli se ne sia discusso, questo non lo metto in dubbio, ma poi alla fine è finito tutto a tarallucci e vino.

Ora che l’Amministrazione conclude il suo mandato, credo che il tutto vada a finire alla prossima, che spero possa portare a termine questa nostra richiesta collettiva. Posso dire che ho un rammarico: tutti noi figli di quei minatori ci tenevamo e ci teniamo moltissimo.

La cosa che mi fa più male è che chi, pur facente parte di questa Amministrazione non ricordi di aver avuto un famigliare che ha lavorato in miniera o non abbia sentito parlare delle miniere o non abbia sentito il bisogno di occuparsene fino in fondo. La cosa mi rende amareggiato. Posso anche capire che questo argomento non sia di una priorità assoluta, ma da quando se ne parla è passato molto tempo; è possibile che non si sia trovato un minuto per discuterne definitivamente? Credo che sia stato messo anche all’ordine del giorno, che se ne sia parlato e scritto, ma mai deliberato o approvato. E poi???....

In precedenti articoli, che scrissi il 3 ed il 5 marzo 2022, sempre su questo giornale al dire il vero, suggerii alcune possibili vie da poter intitolare ai minatori, senza stravolgere la toponomastica del paese.

Alla prossima Amministrazione, dopo aver espletato l’insediamento, non dico al primo Consiglio, ma a quelli che si susseguiranno subito dopo, chiedo se possano prendere visione di questa richiesta.

Desidero far presente che i minatori tuttora presenti fra noi sono ancora sette. Credo che loro desiderino la stessa cosa. Voglio anche dire che i loro figli hanno una certa età e desiderano che tutto vada in porto.

Sono ancora fra noi: Ciarletta Abramo, Cipriani Giuseppe, Di Clemente Quinto, Di Rienzo Eustachio, Fusco Aquilino, Cesidio Nannarone e Spacone Candido.

Per la Memoria e per questi sei ci vuole questo riconoscimento.

Ringrazio l’Amministrazione uscente per la sua dedizione ed interessamento su questo argomento; auspico che quella che verrà la prenda sul serio questa Richiesta e metta la parola fine ad una "STORIA INFINTA".

Ho un aneddoto da raccontare. IL gruppo dei figli dei minatori si recò due volte a visitare le miniere, per toccare, poggiare le nostre ORME sulle LORO. Oltre che a vedere i luoghi dove hanno lavorato e vissuto i nostri PADRI, fu a luglio degli anni 2008-2009 in occasione della festa dei minatori. Entrammo nella galleria Kdi, la principale, collega Val Ridanna con la Val Passiria, con gli stivali l’impermeabile color argento il caschetto giallo con la torcia, nella cintura la batteria che alimentava la torcia. Arrivammo quasi al centro della galleria, la nostra guida ci disse di fermarci e di metterci in circolo, fece una buchetta per terra, vi verso dell’acqua, aprì il suo zaino e prese un pezzetto di carburo lo mise nella buchetta e ci disse <Ragazzi ora accendo il carburo, notate che fra un pò la fiamma si spegne. Spegnete le torce>, restammo al buio. Facemmo ciò che disse, la fiamma dopo qualche secondo si spense. Ci spiegò che in quel punto della miniera c’era assenza di ossigeno.

L’ho raccontato per far capire in quali condizioni lavoravano. Ce ne sono molti altri d’aneddoti, mi pare che questo sia il più interessante.

Quindi signori AMMINISTRTOIRI futuri, non è una priorità, ma un onore per noi e per tutta la cittadinanza. Mi appello a nome di tutti i famigliari dei minatori di dare a loro un giusto RICONOSCIMENTO.

La Morticella Aniceto

Roma, 6 aprile 2023

 
 
 
 
 
 

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